Tag Archivio per: Pharma

I NUOVI MODELLI DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE: LE CASE DELLA COMUNITÁ

Nuovi modelli organizzativi dell'assistenza sanitaria_le case della comunità

Tempo di lettura: 3 minuti

Quali sono i nuovi modelli dell’assistenza territoriale? A fornirci una panoramica è il nuovo quadro normativo rappresentato dal Decreto Ministeriale 77 del 2022 e dai Contratti istituzionali di sviluppo (CIS). Si tratta di due importanti traguardi che garantiscono equità di accesso alle cure e rafforzano la prevenzione e i servizi sul territorio.

L’attuale scenario strategico del mondo sanitario è dettato dalla nuova agenda normativa. Il punto di svolta è stato sicuramente la Missione 6 Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato nel 2021 con uno stanziamento di 20,2 miliardi di euro. Il Piano ha dato nuovo impulso alle riforme e agli investimenti puntando ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese. Una larga parte delle risorse del PNRR, infatti, è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l’innovazione e a sviluppare competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale. L’applicazione di tali obiettivi è stata resa possibile dall’approvazione di norme e contratti. Da un lato, il Decreto Ministeriale (DM) 77 del 2022 ha definito i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale. Dall’altro lato, sono stati sottoscritti i Contratti istituzionali di sviluppo (CIS) tra il Ministero della Salute e ciascuna Regione e Provincia Autonoma per accelerare la realizzazione di tali progetti strategici. DM 77 e CIS rappresentano due importanti traguardi per rendere sempre più efficace il Sistema Sanitario Nazionale, per garantire equità di accesso alle cure e per rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio.

Sanità più vicina alle persone

La sanità più vicina alle persone, i bisogni di cura dei pazienti e il superamento delle disuguaglianze rappresentano il cuore della riforma dell’assistenza territoriale. In particolare, il DM 77 ha introdotto nuovi modelli organizzativi dell’assistenza di prossimità. Il nuovo assetto istituzionale e organizzativo punta a conseguire standard qualitativi in linea con le migliori prassi europee tramite: le Case della comunità, la Centrale operativa 116117, la Centrale Operativa Territoriale (COT), l’Infermiere di famiglia e comunità, l’Unità di continuità assistenziale, l’Assistenza domiciliare, l’Ospedale di comunità, la Rete delle cure palliative, i Servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie, la Telemedicina. 

Le case della comunità

Le Case della comunità rappresentano uno dei primi interventi sanitari e di innovazione di servizio alle quali è associato l’obiettivo (dichiarato nel DM 77) di rendere concreta l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento (come descritto nel Rapporto OASI 2022 a cura di CERGAS – Bocconi. Aperte fino a 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, le Case della comunità sono il luogo fisico e di facile individuazione dove i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Si tratta dunque di strutture pubbliche del SSN di prossimità che promuovono un modello di intervento integrato e multidisciplinare, costituiscono un progetto di comunità e rappresentano il luogo in cui il SSN si integra con il sistema dei servizi sociali. 

A che punto siamo?

Il PNRR ha previsto l’attivazione di almeno 1350 Case della comunità entro il 2026. Ma ad oggi, a che punto siamo? Secondo gli ultimi dati 2022 del GEOPortale PNRR Salute dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Agenas, il numero di interventi previsti per la realizzazione delle Case della Comunità sono 1.430. Di questi, il 38% è distribuito al nord, il 30% al sud, il 18% al centro e il 14% nelle isole. Le strutture che in Italia ospiteranno le Case della Comunità saranno in gran parte oggetto di interventi di ristrutturazione di edifici già esistenti (74%), ma in alcuni casi prevederanno nuove costruzioni o ampliamenti (22%) e opere di abbattimento e ricostruzione (4%). 

La partnership delle pharma con le istituzioni per progettare nuovi servizi 

Nello scenario di una salute sempre più al centro delle politiche pubbliche, le pharma devono prepararsi ad affiancare le istituzioni centrali e locali per la progettazione di nuovi servizi in un’ottica di collaborazione tra pubblico e privato. Le nuove partnership dovranno prevedere il coinvolgimento di healthcare provider ed healthcare professional a supporto di un approccio basato su una gestione e un’assistenza sanitaria sempre più connessa e integrata con il territorio, che favorisca lo sviluppo di una medicina preventiva, di prossimità, personalizzata, partecipativa, precisa e predittiva, incentrata sulle esigenze del singolo cittadino. Sarà perciò fondamentale implementare progetti e servizi strategici in linea con i bisogni dei sistemi sanitari regionali individuando soluzioni innovative in grado di integrare la proposta dell’industria farmaceutica all’interno dei nuovi modelli.

FARMACI E NUOVI MODELLI DI BUSINESS: IL SUCCESSO DEI PRODOTTI PASSA DAI SERVIZI

Farmaci e nuovi modelli di business

Tempo di lettura: 2 minuti

I farmaci necessitano di nuovi modelli di business per restare competitivi. Il successo dei prodotti, dunque, passa dai servizi e dal loro valore strategico. Vediamo come erogare servizi avanzati elaborando la giusta strategia.

Negli ultimi anni tutte le filiere industriali hanno assistito a un vero e proprio cambio di paradigma nei propri modelli di business, sempre più orientati alla valorizzazione strategica dell’erogazione di servizi.

Le imprese scelgono di accrescere la customer value proposition e la propria capacità competitiva attraverso la creazione di nuove e innovative soluzioni prodotto-servizio. Si tratta della cosiddetta servitization ossia della propensione di estendere la propria offerta garantendo servizi avanzati a supporto non solo del prodotto, ma anche dei clienti, dei processi e delle organizzazioni. In  casi estremi si arriva anche alla completa sostituzione della vendita del prodotto con quella del puro servizio.

Questo fenomeno ha ampiamente coinvolto anche l’industria del pharma, come dimostrato dagli sforzi e dagli investimenti effettuati in questa direzione dalla stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale di settore. 

La servitization del pharma e il valore delle service strategies

In questo nuovo scenario, la tendenza delle aziende farmaceutiche è quella di superare le forme di offerta tradizionali. Si passa dunque dall’incentrare le risorse economiche esclusivamente su principi attivi e farmaci a indirizzarne una parte su nuovi modelli rivolti a pazienti e stakeholder della filiera salute proponendo servizi a valore aggiunto Beyond the pill (Value Added Services Report di Eyeforpharma).

Questi servizi si traducono in offerte diverse a seconda dell’interlocutore. Per l’industria sono strumenti di supporto nell’intero ciclo di vita del farmaco (adozione, aumento dell’aderenza, contenimento dei drop-out, allungamento dello stay in therapy, fidelizzazione dei key opinion leader). Per i pazienti, invece, si declinano in forme di accompagnamento in tutte le fasi della patient journey, incrociando i bisogni degli specialisti.

Si tratta di soluzioni complesse (patient support program, hospital capacity, patient solution) che, affinché risultino vincenti, richiedono l’elaborazione di efficaci service strategies.

L’importanza di un design efficace

L’efficacia delle service strategies, ovvero la loro funzionalità rispetto al lancio di nuovi prodotti e/o al loro posizionamento, è strettamente correlata allo svolgimento di un corretto lavoro di design.

Il contributo dei providers in questo senso può essere quello di affiancare, tramite l’impiego di specifici e robusti strumenti di analisi (survey, focus group, advisory board, interviste one to one), le aziende farmaceutiche in tutte le tappe previste dalla progettazione. Tali tappe prevedono l’analisi degli obiettivi di business, l’ascolto degli stakeholders e l’identificazione dei bisogni che portano alla definizione di una strategia di sintesi di questi tre elementi.

 

 

PSP: la partnership Pharma provider per la creazione di valore

Tempo di lettura: 3 minuti

Passare dal concetto di “cura” a quello di “prendersi cura” è alla base delle attuali sfide in ambito sanitario ed è anche il fondamento dei Patient Support Programs.

Far conoscere ai futuri manager del settore sanitario e biomedicale le novità riguardo ai PSP, ma soprattutto illustrare loro il punto di vista delle aziende che li utilizzano è fondamentale.

Per questo motivo, HNP da qualche anno cura nel Master in Management del Settore Sanità, Pharma e Biomed del Sole 24 Ore Sanità un modulo dedicato ai PSP, in cui vengono presentate agli studenti le evoluzioni, l’operatività e le svolte digitali dei Programmi di Supporto al Paziente.

Quest’anno, Luana Casetti, Marketing Manager di Akcea Therapeutics e Susanna Amoresano, Responsabile PSP e coordinatrice emofila e medical affair di Bayer, hanno portato in aula le loro esperienze di Pharma che usufruiscono dei PSP.

Le due realtà mostrano come i PSP possano trovare applicazione in fasi differenti del ciclo di vita di un prodotto farmaceutico, dal lancio alla maturità di un prodotto e in aree terapeutiche che presentano alcune analogie e molte differenze.

Entrambe le testimonianze hanno evidenziato un punto in comune: come la relazione tra Azienda e provider possa essere cruciale nella creazione del valore per tutti i destinatari dei PSP, tanto in aree terapeutiche dove questi sono una novità – come nel caso di Akcea – quanto in quelle come l’emofilia dove sono considerati degli standard di servizio, come spiega Amoresano.

Akcea Therapeutics, che opera in un’area dove il PSP non è considerato standard ma innovazione, ha raccontato davanti ad un’aula di futuri manager del settore Sanità il suo impegno nella creazione di valore per pazienti e medici.

In che modo i Patient Support Programs rispondono alla vostra strategia aziendale? 

“Akcea Therapeutics lavora con costante impegno per sviluppare nuovi trattamenti volti a trasformare la vita dei pazienti con gravi malattie rare. La nostra organizzazione è presente in Italia dal 2018, siamo quindi una realtà giovane e fortemente innovativa. In questo contesto è indispensabile agire coinvolgendo i pazienti affetti dalle gravi patologie rare contro le quali operiamo e tutti gli interlocutori che ruotano intorno ad essi. I PSP sono quindi cruciali per supportare il percorso terapeutico e i bisogni di pazienti e caregiver; sono altresì importanti per differenziare Akcea Therapeutics come un’azienda che non è semplicemente un fornitore di prodotti, ma una realtà capace di affiancare in maniera affidabile e continuativa sia il sistema sanitario che il paziente. La scelta di un provider, come spiegato nel corso della testimonianza, risulta cruciale per la buona riuscita di un PSP”.

Trovarsi davanti ad un’aula a presentare delle case histories di successo può essere considerato un esempio di partnership Pharma – provider?

“Sì, senza dubbio. Solo tramite un costruttivo e collaborativo rapporto tra provider e azienda è possibile configurare un servizio che vada incontro alle reali esigenze dei pazienti. La partnership tra Akcea Therapeutics e HNP è funzionale all’identificazione dei bisogni dei pazienti che non sono mai uguali per tutti, ma che si differenziano da persona a persona, e permette di ascoltare e rendere unico ogni paziente. Poterlo raccontare ad un’aula di futuri manager del mondo della sanità, confrontandosi in maniera franca e costruttiva, non può che rafforzare la solida partnership già esistente tra Akcea Therapeutics e HNP, fungendo anche da serbatoio di idee per migliorare e innovare ulteriormente la nostra proposta di valore”.